Sono ormai anni che il cloud fa parte del modo in cui viviamo la nostra vita digitale, abbiamo iniziato a decentrare in virtuale il nostro spazio fisico, godiamo della possibilità di avere una memoria virtuale condivisa tra tutti i nostri dispositivi, e seppur all’inizio molti erano titubanti, oggi quasi tutti abbiamo compreso i vantaggi del Cloud Storage e del Cloud Computing.
Cosa accade dunque, quando non si parla solo di dati memorizzati sulla “nuvola” ma anche di processi computazionali processati in una CPU che non è reale e tangibile, ma deposta in un ambiente cloud? Qualche riga per mettere chiarezza.
Le nuove tecnologie, piattaforme digitali e sociali processano ogni giorno migliaia e migliaia di informazioni, e nella realtà di oggi non è più pensabile di avere le vecchie e storiche strutture piene di processori e risorse dedicate. Infatti la nuova frontiera è quello di spostare gli algoritmi di elaborazione e le risorse impiegati in ambienti cloud, magari distribuiti e dissociati dai provider.
Per Google, Microsoft, Facebook, Apple e tanti alti grandi nomi tra i protagonisti del mondo computazionale il cloud computing è realtà. Si inizia a parlare di ambienti online multi-clouding, ovvero sistemi e piattaforme online che hanno abbandonato l’idea di processori, memorie di massa fisiche e si sono affidate a servizi di clouding condiviso per gestire i propri servizi, ed interagire con quelli esterni.
Abbandonare dischi di memoria e processori fisici dedicati significa sicuramente rendere più liquido il proprio business, ma ovviamente per essere sostenuto si ha bisogno anche di un altrettanto avanzamento al passo dei device da usare ed una determinata evoluzione dei provider del servizio.
I grandi protagonisti del settore hanno dunque bisogno di una gestione ibrida dei propri servizi, divisi tra fisici e cloud, e devono anche pensare alle risorse fisiche da dedicare a loro volte per la gestione del cloud storage dei propri utenti. Per questo motivo un miglioramento delle risorse necessarie ad offrire il servizio e mantenere le proprie attiva è imprescindibilmente necessario.
Uno dei protagonisti che ha annuncia di voler scommettere sul Cloud Computing è stata Intel, che ha annunciato il suo impegno del produrre e fornire CPU e SSD dedicate proprio al supporto e la creazione di realtà multi-cloud.
A supporto alla tendenza dei Top Players di spostarsi nel Cloud Computing, Intel annuncia di voler supportare il settore di clouding presentando una nuova linea di risorse di massa e computazionali dotate di nuove tecnologie e potenziate proprio per gestire la moltitudine di informazioni da processare e la necessità di legarsi e gestire informazioni sparse sulle “nuvole digitali” piuttosto che legate fisicamente o contenute in un unico dispositivo.
Ovviamente per supportare il Cloud Computing non basta solamente che Intel potenzi i propri prodotti, ma è necessario anche stringere alleanze nuove, con tutta quella categoria di servizi che possa permettere la gestione di macchine digitali e la computazione distribuita. Per questo motivo Intel non scende in campo da solo nella scommessa sul cloud computing ma annuncia anche una forte collaborazione con CoreOS, Mirantis, VMware.
Sicuramente questa sarà una sfida interessante da seguire, al di là dei risultati sarà sicuramente qualcosa che cambierà radicalmente il mondo delle tecnologie e dei servizi digitali.